Dopo questa, divano e film.
Quando il pangrattato abbonda e non c'è proprio bisogno di tritarne altro, ecco un altro modo per riutilizzare il pane secco.
Questa é la ricetta di casa mia. Queste sono le mie domeniche di bimba, a pranzo con tutta la famiglia unita. Nessuna pretesa di avere in mano "LA" ricetta dei cappelletti. Nossignore. Questi sono i miei cappelletti. Irrispettosi, irriverenti, ma dannatamente buoni.
Io e il Gin abbiamo fatto la pace solo pochi mesi fa, dopo almeno vent'anni di separazione, a causa di una serata un po' troppo fuori dalle righe, a base di gintonic e altri spiriti che - dato il tasso alcolico strabordante - non ricordo.
E cosí ci si concede una tregua col profumo di un risotto, e poi si torna amici come prima, ma stavolta a dosi misurate!
Questi sono facilissimi da fare e si sposano con qualsiasi sugo! Non ci sono scuse.
Si narra che durante la dominazione dello stato Pontificio in Romagna, i preti passassero di casa in casa a riscuotere il dazio sotto forma di monete e uova. Le azdore, costrette a preparare la pasta solo con acqua e farina, impastavano rabbiose augurando tante belle cose al prete che di domenica passava a scroccare il pranzo in cambio della benedizione...
Proprio loro. Semplicissimi e buonissimi.
La morte loro é cuocerli e servirli nel brodo buono.
La moda invece li vuole asciutti e conditi con sughi fantasiosi. Per questo tipo di preparazione é meglio aumentare un poco la dose di farina, che lega meglio l'impasto e i passatelli non si disfano in padella mentre li facciamo incontrare con il condimento.
Stavo per scrivere "finalmente un piatto sano e leggero", ma poi mi sono ricordata che é la dose a fare il veleno. Come sempre a fare la differenza non é "cosa", ma "come" (o piuttosto "quanto" in questo caso...). Quindi vanno bene i piatti leggeri, ma vanno bene anche i piatti esagerati. Bene i frollini al burro, bene le insalatone di verdura. Se é cucinato nel modo giusto con ingredienti freschi e sani, tutto é buono. Se é mangiato con misura e criterio, con piacere e curiositá, niente fa male.
La bontá semplice di un ripieno puro. Solo lui. Niente sale, pepe, parmigiano, uovo. Niente complicazioni. Nient'altro che lui, il mitico, inimitabile, squacquerone romagnolo.
Classica che piu' classica non si puo', la pasta di mezzanotte per eccellenza. Tanta e bella ricca.
Dal libro "Il mio giro d'Italia" di Jamie Oliver. Buffo per alcune cose (é curioso osservare la cucina italiana attraverso gli occhi di un inglese) molto interessante per altre. Questa ricetta per esempio.
Risottare la pasta significa semplicemente finire di cuocerla in padella insieme al condimento, aggiungendo acqua calda o brodo poco per volta, come si fa per il risotto. Cosí la pasta cede un po' del suo amido al sugo e lo rende piú cremoso, e il sugo cede il suo sapore alla pasta, che lo assorbe cuocendo insieme e diventa strabuona.
Sabato pomeriggio di pioggia. Urge mettere le mani in pasta.
La qualità degli ingredienti si sente. Poche cose, davvero buone, in equilibrio. Il radicchio amaro e freschissimo contrabbandato dopo un viaggio nel trevigiano, il Taleggio DOP di cui ho fatto incetta durante una fuga nel Monferrato, le burrose nocciuole (licenza poetica artusiana) IGP e il riso carnaroli stagionato un anno, regali di un carissimo amico di ritorno dal Piemonte.
Quando mi capita una zucca tra le mani (e quando è stagione mi capita spesso) la pelo, la pulisco, la faccio a pezzi e la ficco in forno a cuocere. Poi qualcosa di buono salta sempre fuori! Gli gnocchi, un sugo, la farcia per una torta o per la pasta fresca, un puré per accompagnare la carne, uno sformato, una vellutata, un risotto, una carrozza per il ballo di mezzanotte...
Che fare in un giorno in cui tutto quello che può andare storto, ci va? Non resta che prepararsi una sontuosissima cena.
P.S.: il pacchero, manco a dirlo, deve essere LISCIO
Per chi non lo conoscesse, lo Scalogno di Romagna e' un prodotto IGP delle province di Ravenna e Forli con un sapore a meta' strada tra l'aglio (che adoro) e la cipolla (che adoro ma che non posso piu' mangiare). Dolce, gentile, senza effetti digestivi collaterali, amore puro!
Letteralmente impazzisco per il camembert. Lo metterei ovunque. E spesso succede.
A dire il vero impazzisco per la maggior parte dei formaggi a crosta fiorita e/o ammuffiti.
Un uovo, un poco di farina, un piatto strepitoso. Mettiamo le mani in pasta e preprariamoci da soli il cibo! E' bellissimo, terapeutico ed anche economico!
Dagli anni 80 con furore. Spudoratamente. Prove generali per cenetta romantica, ho deciso di buttarla sul vintage, dato che siamo entrambi del secolo scorso.
Questi tortelli sono delicatissimi, non bisogna assolutamente ucciderli con un sugo troppo deciso. Un matrimonio top (forse un po' eighty...) é con un sugo leggero di gorgonzola sciolto con un po' di latte e tocchetti di pera saltati nel burro.
Sono orgogliosa dei miei A.O.P.
Che a dirla tutta, miei non sono. Li ho scopiazzati senza vergogna da Tommaso Fara, dal suo interessante libricino di ricette e racconti "Il cucchiaino caramellato", uno dei primi testi di cucina che entró nella mia (ora strabordante) libreria.
Se amate davvero il risotto, non abbandonatelo a se stesso! Lui vi donerá tutta la sua bontá solo se voi gli donerete la vostra attenzione incondizionata. Il risotto non ama le mezze misure, la superficialitá, il pressapochismo. Se lo lasciate da solo, anche solo per un attimo, lui in quell'attimo manderá in fumo ogni vostro buon proposito. State con lui, coccolatelo dolcemente, finché sará cotto a puntino (di voi).
Un piatto di pasta gustoso, semplice, essenziale, e pieno di cose buone. I pistacchi fanno bene al cuore! E anche il cibo cucinato con amore.
La più facile delle paste ripiene, la più golosa, quella a cui sono più affezionata. Qui con un ripieno autunnale.
Chi vuole restare sul classico usi formaggio fresco al posto della zucca (raviggiolo, stracchino, robiola... )
Fotogenica pochissimo. Buona tantissimo.
La stracciatella è una zuppa di antichissima memoria. Non centra niente con l'omonimo gelato, non è la versione femminile della coppa del nonno. Questa me la faceva proprio la mia nonna quando fuori faceva un freddo becco e noi si stava in casa al calduccio davanti al camino acceso, con una scodella di questa meraviglia a scaldarci le mani e la pancia.
La Fra. Una delle persone più vere che conosco. Fuori dalle righe, e dentro al mio cuore. E poi fa l'orto e mi spaccia verdura bio e buonissima...
Oggi ci voleva davvero questo piatto di pasta. Ci sento dentro l'abbraccio di una amica. La bontà delle cose genuine, semplici, pulite.
Non ce la faccio proprio a comprare i legumi secchi e metterli in ammollo il giorno prima... é una programmazione troppo lunga per me, che non ho pazienza e adoro improvvisare. Viva i legumi in scatola. Oppure quelli freschi, comprati in quantitá imbarazzanti quando é stagione, sgranati e messi in frizer.
Certi giorni, certe volte, ho solo voglia di aprire una scatoletta e svaccarmi sul divano con una ciotola fumante in mano che somigli vagamente a una coccola.
Questo é uno di quei giorni.
L'ultimo giorno di agosto.
Finalmente.
Meno brigosi di quelli di patata (non c'é niente da cuocere prima), velocissimi da fare e proprio buoni! Questa é la versione base, ma poi nessuno ci impedisce di arricchirla come piú ci piace!
Only the brave! Il risotto brutale e buonissimo.
Che profuma intensamente di Romagna, perché "salsiccia, cipolla e peperoni" é uno dei ripieni mitici della piadina, da gustare ovviamente insieme a una bella bionda (la birra, intendo)
Le giornate al mare mi fanno venire una gran voglia di pesce! Ma che sia semplice, perché io fin lí arrivo...