Io & il cibo

Sono stata bimba in mezzo a contadini e fantastiche donne romagnole, che allevavano e macellavano e coltivavano e preparavano il cibo con le proprie mani. Cibo rustico, fatto in casa, vero. Sono cresciuta con il naso all'insù nelle cantine ammuffite dove invecchiava il sangiovese e stagionavano i salami appesi, mangiando ritagli crudi di pasta all'uovo mentre chiudevo i cappelletti sul vecchio tagliere di legno della bisnonna, rubando le carote nell'orto per divorarle di nascosto ancora sporche di terra.

Sono stata compagna di uomini meravigliosi che mi hanno conquistata in cucina, uomini che hanno mischiato sapori e desideri, che mi hanno fatto scoprire la sensualità del saper fare, del cibo come dono di sè. Cibo come cultura, creatività, condivisione, conforto, casa.

Sono stata donna tra libri e corsi di cucina, ristoranti elegantissimi e cibo di strada, tra bistecche da 45 dollari e tortillas di frattaglie da 0,20 pesos, un po' ovunque in giro per il mondo... cuoca dilettante, itinerante, curiosa e golosa. 

Ho curato per diversi anni un blog di cucina, quando ancora la cucina non era spettacolo e intrattenimento, e poi, lentamente e inesorabilmente, le abitudini, i doveri e la stanchezza si sono impadroniti della mia dispensa e dei miei fornelli, trasformando la mia bella storia con il cibo in un arido e banale dovere da eseguire.

Ma il destino fa i suoi giri e poi se la ride, ripresentandosi a sorpresa una calda sera di luglio con in mano una bottiglia di vino bianco ghiacciato e due calici per brindare, a ricordarmi che certe belle storie non finiscono mai e che il cibo sarà sempre e comunque ciò che è sempre stato: un bellissimo dono d'amore, da condividere.

Per cui, rieccomi qui.

Glò

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