La base che piú base non si puó. Gli ingredienti sono semplici, quello che fa la differenza tra un buon risultato e un disastro é la procedura. Si puó fare a mano sul tagliere, o nel mixer. La cosa piú importante é non riscaldare l'impasto: il burro non deve sciogliersi per legare la farina, ma deve abbracciarla in grosse briciole e proteggerla dai liquidi che formerebbero il glutine togliendo friabilitá alla frolla. Le uova solo alla fine, impastando poco poco, giusto per tenere tutto sommariamente insieme. Ogni passaggio é importante e va rispettato, a meno che non si voglia cucinare un frisbee e non una crosatata!
Questa é la ricetta di casa mia. Queste sono le mie domeniche di bimba, a pranzo con tutta la famiglia unita. Nessuna pretesa di avere in mano "LA" ricetta dei cappelletti. Nossignore. Questi sono i miei cappelletti. Irrispettosi, irriverenti, ma dannatamente buoni.
chop chop chop chop chop... che bello il suono del coltello sul tagliere mentre affetto frutta e verdura per questa insalatona coloratissima! Cucino per me, per i miei sensi che si riempiono di questi colori, profumi, consistenze e sapori. Che meraviglia!
Ho la fortuna di avere vicino a casa lo spaccio della cooperativa dei contadini della zona, che d'estate significa frutta e verdura a km (quasi) zero.
I vecchi dicevano: tutto fa brodo. Ed é vero! Gli "scarti" delle verdure, lavati e tritati, finiscono tutti qui (ehm... magari NON tutti... tipo le bucce di melanzana - che son piú buone fritte - o quelle di cetriolo - che stanno meglio dentro un moscow mule)
Se amate davvero il risotto, non abbandonatelo a se stesso! Lui vi donerá tutta la sua bontá solo se voi gli donerete la vostra attenzione incondizionata. Il risotto non ama le mezze misure, la superficialitá, il pressapochismo. Se lo lasciate da solo, anche solo per un attimo, lui in quell'attimo manderá in fumo ogni vostro buon proposito. State con lui, coccolatelo dolcemente, finché sará cotto a puntino (di voi).
La pasta all'uovo, tra tutte le preparazioni di cucina, é quella che piú di tutte rappresenta la mia "storia" di famiglia. La maggior parte dei miei ricordi é ambientata intorno al tagliere, mentre mia nonna e mia mamma (in tempi diversi, perché insieme sarebbero stati fulmini e saette...) tiravano dozzine di uova di sfoglia, tagliavano quadretti e tagliatelle, farcivano e chiudevano decine e decine di cappelletti. Io intanto guardavo e divoravo a tradimento pezzi di impasto e di ripieno. E senza saperlo, imparavo.
La più facile delle paste ripiene, la più golosa, quella a cui sono più affezionata. Qui con un ripieno autunnale.
Chi vuole restare sul classico usi formaggio fresco al posto della zucca (raviggiolo, stracchino, robiola... )
I tuorli sono finiti nello zabaione, gli albumi negli amaretti.
Era una notte buia e tempestosa... e io ho fatto crespelle come se non ci fosse un domani!
Facilissime e multiuso. Non ho messo zucchero così vanno bene sia per ricette dolci che salate, da farcire con la qualunque e fare cannoli, fagottini, tortini, lasagne... o anche solo spalmate di Nutella e piegate a metà...
Lei. Odiata e amata salsa di origini francesi. Da piccola la detestavo, bianchiccia, molliccia, insipida. Mia nonna, che francese non era, la faceva solo cosí, e la metteva a sbadilate nelle lasagne al forno, di cui io poi ovviamente mangiavo soltanto lo strato superiore abbrustolito e croccante.
Poi ho scoperto che cucinata e dosata nel modo giusto é una salsa davvero versatile e deliziosa.
Sono orgogliosa dei miei A.O.P.
Che a dirla tutta, miei non sono. Li ho scopiazzati senza vergogna da Tommaso Fara, dal suo interessante libricino di ricette e racconti "Il cucchiaino caramellato", uno dei primi testi di cucina che entró nella mia (ora strabordante) libreria.
Per chi non lo avesse capito, mi sono comprata l'affettatrice elettrica. Piccina, proporzionata ai miei 57mq calpestabili, ma un vero portento!
Dagli anni 80 con furore. Spudoratamente. Prove generali per cenetta romantica, ho deciso di buttarla sul vintage, dato che siamo entrambi del secolo scorso.
Il mio uovo sembra Ghostface di Scream... ma a parte l'aspetto terrificante... è buonissimo! Una ricetta spettacolare per svuotare i fondi dei barattoli in frigo. Anche senza uovo.
(per la cronaca: pane home made)
Per chi non lo conoscesse, lo Scalogno di Romagna e' un prodotto IGP delle province di Ravenna e Forli con un sapore a meta' strada tra l'aglio (che adoro) e la cipolla (che adoro ma che non posso piu' mangiare). Dolce, gentile, senza effetti digestivi collaterali, amore puro!
La piadina, ovvero il pane di Romagna. Il mangiare delle dispense povere, che é poi diventato cibo di strada ed emblema di un luogo. Che a me che sono di Ravenna (*) piace soffice e bella grossa. Forse piu' per questioni genetiche che territoriali. La piada nel sangue.
(*) man mano che si scende verso il riminese, la piada diventa sempre piu' sottile
L'emilianissima mortadella e la romagnolissima piadina uniti in matrimonio da Sua Eccellenza squacquerone. Pistacchi tritati al posto del lancio del riso.
Pochissimi ingredienti per un risultato delizioso. L'aglio e' sempre facoltativo ma sempre buonissimo. E tiene lontani i vampiri. Chi vi ama davvero vi ama anche se puzzate d'aglio. Anzi, chi vi ama davvero mangia aglio insieme a voi e azzera gli imbarazzi e le distanze.
Un uovo, un poco di farina, un piatto strepitoso. Mettiamo le mani in pasta e preprariamoci da soli il cibo! E' bellissimo, terapeutico ed anche economico!
Che fare in un giorno in cui tutto quello che può andare storto, ci va? Non resta che prepararsi una sontuosissima cena.
P.S.: il pacchero, manco a dirlo, deve essere LISCIO
La cura giusta da spalmare in abbondanza su un mood vagamente nostalgico...
Lampi di genio dove meno te li aspetti. Inviti un uomo a cena, lo lasci giocare con la tua cucina, e scopri la felicita' a un passo dal minipimer.
La qualità degli ingredienti si sente. Poche cose, davvero buone, in equilibrio. Il radicchio amaro e freschissimo contrabbandato dopo un viaggio nel trevigiano, il Taleggio DOP di cui ho fatto incetta durante una fuga nel Monferrato, le burrose nocciuole (licenza poetica artusiana) IGP e il riso carnaroli stagionato un anno, regali di un carissimo amico di ritorno dal Piemonte.
Perchè rischiare una crisi isterica per farla classica e complicata?! Bando ai pregiudizi, e' pur sempre cibo!!! Si fa in un attimo, monta divinamente, non impazzisce, non molla, è buona e si può aromatizzare con la qualunque senza fare danni. Io l'amo incondizionatamente.
Non so voi, ma io mi esalto a livelli inimmaginabili quando azzecco la dose giusta di colla di pesce e la panna cotta viene morbida e cremosa senza rimbalzare sul piatto come una palla di gomma.
Sabato pomeriggio di pioggia. Urge mettere le mani in pasta.
Credo uno dei dolcetti più buoni che abbia mai preparato. Sará la fusione delle prelibatezze di Piemonte e Sicilia? Sará che l'ho preparato per una persona speciale? Sará...
Adoro questa frolla, ha una consisitenza meravigliosa! E con lo zucchero di canna integrale è ancora più saporita e rustica.
Classica che piu' classica non si puo', la pasta di mezzanotte per eccellenza. Tanta e bella ricca.
Proprio loro. Semplicissimi e buonissimi.
La morte loro é cuocerli e servirli nel brodo buono.
La moda invece li vuole asciutti e conditi con sughi fantasiosi. Per questo tipo di preparazione é meglio aumentare un poco la dose di farina, che lega meglio l'impasto e i passatelli non si disfano in padella mentre li facciamo incontrare con il condimento.